Melpignano si colloca nella parte mediana della provincia di Lecce, ed è uno dei comuni che formano l’isola linguistica ellenofona chiamata Grecìa Salentina. Divenuta celebre negli ultimi anni grazie al “Concertone della Notte della Taranta”, Melpignano rientra nel Club dei Borghi Autentici d’Italia e nell’Associazione Comuni Virtuosi.
Le bellezze genuine del centro storico e dei monumenti artistici, uniti alla vivacità culturale e all’ospitalità della comunità melpignanese, attraggono ogni anno migliaia di visitatori. L’economia agricola che per secoli ha animato la società di Melpignano è ancora evidente nei vasti fondi a oliveto. Le colture si fondono sinergicamente con le architetture rurali, in forme riconducibili alla civiltà contadina, come i muretti a secco e le pajare. In questi spazi immersi nel verde è possibile ancora oggi ammirare importanti strutture legate all’antica società agricola.
Esemplare è la masseria “San Loi”, ovvero Sant’Eligio, risalente al 1576. Sulla facciata sono ancora evidenti i segni tipici delle fortificazioni difensive, come la caratteristica caditoia posizionata in cima all’apertura principale. Nei pressi dell’edificio si erge ancora la torre colombaia, utilizzata in passato per l’approvvigionamento delle carni e la raccolta del guano, prezioso fertilizzante naturale. Le campagne ospitano numerose cave di pietra, distribuite in direzione del comune di Cursi. In gergo sono chiamate “tajiate” e da secoli sono utilizzate per l’estrazione del “lecciso”, materia prima delle più importanti architetture e sculture salentine.
La pietra leccese è di origine calcarea ed appartiene al periodo del Miocene, quando il Salento milioni di anni fa era in parte sommerso dalle acque. È la semplicità di lavorazione di questa pietra che ha permesso la fioritura del Barocco Leccese nel territorio salentino. Non a caso il “lecciso” è il protagonista del centro antico di Melpignano, messo in risalto dalle raffinate ed eleganti scolpiture barocche.